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Tumore allo stomaco

Il tumore allo stomaco è una delle neoplasie più diffuse a livello globale, con 150.000 casi diagnosticati ogni anno solo in Europa 1, dove si conferma la quinta più comune forma di neoplasia maligna2. La sua diffusione presenta significative differenze tra le grandi aree geografiche: è per esempio sensibilmente più diffuso in Asia orientale o nei paesi dell’est europeo, mentre la sua frequenza è inferiore in Europa occidentale. Diversa è anche l’incidenza tra uomini e donne: i primi ne sono infatti colpiti quasi due volte di più3 e viene diagnosticato nella maggior parte dei casi tra i 60 e gli 80 anni di età4. In Italia si stima che ogni anno vengano diagnosticati circa 14.500 casi di tumore allo stomaco5. Quando si parla di tumore allo stomaco ci si riferisce, nella stragrande maggioranza dei casi, all’adenocarcinoma gastrico, neoplasia che si forma nella mucosa, lo strato più interno della parete gastrica. Esistono altre forme di cancro, che originano dagli strati più profondi della stessa parete gastrica, come i sarcomi e i tumori dello stroma gastrointestinale (ossia i GIST: GastroIntestinal Stromal Tumors), o dal sistema linfatico, come il linfoma non Hodgkin primitivo del tratto gastrointestinale o, ancora, dalle cellule nervose, come i tumori neuroendocrini. Gli adenocarcinomi rappresentano, in ogni caso, circa il 90% di tutti i tumori gastrici6.

Cause e prevenzione

È estremamente difficile individuare un’unica causa dell’adenocarcinoma gastrico. All’insorgere della patologia possono infatti concorrere più fattori. Tra questi, un ruolo certamente importante è svolto dal tipo di alimentazione, elemento che tra l’altro spiegherebbe le difformità di incidenza a livello mondiale. Non ne è stata ancora provata la diretta correlazione con questo tumore, ma è condivisa l’opinione che un eccesso di amidi, grassi, cibi conservati, affumicati o salati, così come di alcol può favorirne l’insorgenza.

Proprio l’eccesso di sale nell’alimentazione accresce peraltro le probabilità di un’infezione da Helicobacter pylori, batterio del quale è invece provato il ruolo nell’originare la patologia tumorale. L’H. pilori, che è in grado di sopravvivere nell’ambiente acido dello stomaco, svolge un’azione carcinogenetica attraverso l’induzione di una gastrite cronica attiva che, in alcuni casi, può evolvere producendo lesioni gastriche precancerose.

L’assenza di un’unica causa accertata del tumore allo stomaco rende complessa un’efficace strategia di prevenzione. Un effetto protettivo può essere senz’altro svolto da una dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura e con pochi grassi animali, così come dalla rinuncia al fumo, altro conclamato fattore di rischio cancerogeno. Se invece è rilevata la presenza nello stomaco dell’Helicobacter pylori, si può ricorrere a una terapia antibiotica.

Sintomi e diagnosi

Anche i sintomi dell’adenocarcinoma gastrico sono decisamente aspecifici e, dal momento che sono molto comuni, possono essere attribuiti a più condizioni patologiche. Molto spesso inoltre, i tumori allo stomaco sono asintomatici nella fase iniziale. Esiste tuttavia una combinazione di disturbi che, se persistenti, può suggerire l’opportunità di accertamenti volti a rilevare l’eventuale presenza della neoplasia, come dolore addominale, senso di pienezza, anche dopo aver consumato un pasto frugale, bruciori di stomaco o acidità, nausea, gonfiore addominale, perdita di appetito, significativo calo ponderale… La diagnosi può essere effettuata attraverso una gastroscopia con biopsia della lesione. Una volta accertata la presenza del tumore si procede con accertamenti clinico-strumentali per completare la stadiazione ed evidenziare eventuali metastasi linfonodali o a distanza.

Trattamento

L’individuazione del trattamento più indicato per ogni singolo paziente affetto da adenocarcinoma gastrico è affidata a un team multidisciplinare che comprende tra gli altri un oncologo clinico, un chirurgo, un radioterapista e un gastroenterologo. Questi specialisti valutano poi insieme il percorso terapeutico più adatto. Attualmente, l’unica opzione curativa può essere rappresentata dall’intervento chirurgico, che può comportare l’asportazione totale dello stomaco o di una sua parte. Esistono tuttavia condizioni nelle quali, per lo stato di avanzamento della malattia, l’intervento non è possibile.

In entrambi i casi il trattamento farmacologico svolge una funzione importante, sia per ridurre il rischio di recidiva nei pazienti radicalmente operati, sia per rallentare la progressione di malattia e migliorare la qualità di vita nei pazienti con malattia in atto. Questo compito spetta ai tradizionali farmaci chemioterapici, ai quali oggi si affiancano i più innovativi farmaci a bersaglio molecolare, come ad esempio gli anticorpi monoclonali che sono in grado di colpire selettivamente target specifici delle cellule tumorali, così da arrestare la crescita di queste ultime. Studi recenti stanno dimostrando che anticorpi monoclonali di ultima generazione, associati alla chemioterapia, possono migliorare in modo sensibile la sopravvivenza dei pazienti con tumore allo stomaco a uno stadio avanzato.

1. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-dello-stomaco.

2. Cancro dello stomaco: una guida per il paziente – Informazioni basate sulle Linee Guida per la Pratica Clinica ESMO - v.2012.1.

3. Cancro dello stomaco: una guida per il paziente – Informazioni basate sulle Linee Guida per la Pratica Clinica ESMO - v.2012.1.

4. Cancro dello stomaco: una guida per il paziente – Informazioni basate sulle Linee Guida per la Pratica Clinica ESMO - v.2012.1.

5. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/tumore-dello-stomaco.

6. Cancro dello stomaco: una guida per il paziente – Informazioni basate sulle Linee Guida per la Pratica Clinica ESMO - v.2012.1.