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IDENTIFICARE LE MUTAZIONI

IDENTIFICARE
LE MUTAZIONI

Per identificare il target ci si affida alla genomica, che permette di individuare specifiche mutazioni associate a gravi patologie. L’analisi è tanto più efficiente quanto più numerose sono le informazioni di cui si dispone: è questa la ragione per cui Amgen si è assicurata l’accesso ad alcune delle più grandi banche dati genetiche del mondo.

Con l’acquisizione dell’islandese deCODE Genetics Amgen dispone di un database unico e omogeneo di informazioni genetiche, premessa fondamentale per identificare le variabili correlate a fattori di rischio di determinate patologie.
Recentemente sono state avviate altre importanti collaborazioni: con UK BioBank, che sta creando uno dei più grandi database genetici di sempre, e con l’americana Intermountain Healthcare, che sta portando avanti il più grande studio di mappatura del DNA relativo agli Stati Uniti.

BERSAGLI MULTIPLI

Individuato il target si passa allo sviluppo di farmaci innovativi, fase nella quale le competenze in genetica si integrano con quelle in biologia cellulare, altro punto di forza di Amgen, per esplorare le risposte che l’organismo umano è in grado di sviluppare di fronte all’aggressione della malattia.

Dall’integrazione tra genetica e biologia cellulare nascono le piattaforme terapeutiche più avanzate, come la recente Induced Proximity Platform (IPP), che permette di progettare molecole capaci di agire su più fronti, legandosi alla proteina che causa la patologia e attivando nell’organismo la risposta biologica. Si devono a questa tecnica gli anticorpi bispecifici BiTE, molto promettenti sia in ambito ematologico che oncologico.

BERSAGLI MULTIPLI

Individuato il target si passa allo sviluppo di farmaci innovativi, fase nella quale le competenze in genetica si integrano con quelle in biologia cellulare, altro punto di forza di Amgen, per esplorare le risposte che l’organismo umano è in grado di sviluppare di fronte all’aggressione della malattia.

Dall’integrazione tra genetica e biologia cellulare nascono le piattaforme terapeutiche più avanzate, come la recente Induced Proximity Platform (IPP),(link in pagina) che permette di progettare molecole capaci di agire su più fronti, legandosi alla proteina che causa la patologia e attivando nell’organismo la risposta biologica. Si devono a questa tecnica gli anticorpi bispecifici BiTE, molto promettenti sia in ambito ematologico che oncologico.

RAPIDITÀ E SICUREZZA

RAPIDITÀ
E SICUREZZA

Studi clinici più veloci e più efficienti, ma sempre assolutamente affidabili.
Lo consentono i nuovi modelli Amgen per la sperimentazione clinica, fase finale del processo di sviluppo di una terapia. Gli studi adattivi, per esempio, monitorano i dati mentre vengono generati, adeguando il protocollo dello studio in base alle evidenze via via ottenute.

Amgen utilizza in modo molto ampio i Real World Data, cioè le informazioni relative ai pazienti trattati nella pratica clinica, che accompagnano i programmi in tutte le fasi del ciclo di sviluppo dei farmaci. In particolare sono usati a partire dall’identificare quelle popolazioni di pazienti i cui bisogni non vengono soddisfatti dalle attuali terapie, fino a ottimizzare i criteri di inclusione ed esclusione per gli studi così da accelerare il reclutamento dei pazienti e garantire risultati efficaci. Per offrire a tutti i team di ricerca e sviluppo dell’azienda la possibilità di utilizzare questi dati, Amgen ha realizzato una piattaforma che raccoglie le informazioni di oltre 150 milioni di pazienti come età, patologia di cui soffrono e trattamento terapeutico a cui si stanno sottoponendo.

IN ITALIA

56
STUDI CLINICI
419
CENTRI DI RICERCA
COINVOLTI

DI CUI CIRCA 100
CON NUOVI STUDI
1.057
PAZIENTI
ARRUOLATI

IN ITALIA

56
STUDI CLINICI
419
CENTRI DI RICERCA
COINVOLTI

DI CUI CIRCA 100
CON NUOVI STUDI
1.057
PAZIENTI
ARRUOLATI