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Amgen Scholars, un’esperienza unica per un’eccellenza italiana della prossima generazione di innovatori|NW

Frequentare le attività di laboratorio è stato fondamentale per aumentare la mia conoscenza e il mio know how. Non solo ho approfondito la materia che mi appassiona, ma ho anche capito come poterla studiare nel modo migliore”. Questo il primo commento di Guido Putignano, 20 anni, studente di ingegneria biomedica al Politecnico di Milano, dopo l’esperienza effettuata all’ETH di Zurigo, resa possibile dal programma Amgen Scholars. L’ETH, il Politecnico Federale di Zurigo, è riconosciuto come uno dei dieci più prestigiosi centri di ricerca del mondo ed è appunto una delle istituzioni (tra le altre Harvard, Cambridge, il Pasteur di Parigi, il Karolinska di Stoccolma…) alle quali, grazie al programma della Fondazione Amgen, possono accedere gli studenti più meritevoli delle facoltà medico-scientifiche, per partecipare a progetti di ricerca internazionali. Un’esperienza unica, che consente ai giovani talenti di ‘fare pratica’ concreta di laboratorio in contesti scientifici di altissimo livello. Fino ad ora ne hanno beneficiato circa 4.000 studenti di tutto il mondo, Italia compresa.

Guido è uno di loro, tra i giovani ricercatori che hanno partecipato al programma di quest’estate. “La mia passione è la biologia sintetica, l’unione tra biologia e ingegneria – chiarisce – In futuro mi piacerebbe utilizzare la mia conoscenza in biologia sintetica per creare nuovi farmaci estremamente specializzati. Adesso sto studiando ‘living medicine’: al posto di delle molecole, hai a disposizione delle specie di ‘molecole viventi’, cioè cellule, batteri, che riescono a prendere di mira determinati tipi di tumore”. Nei due mesi trascorsi a Zurigo, Guido ha avuto la possibilità di approfondire le sue conoscenze sulla materia: “Ho studiato i brain organoids, organoidi del cervello, insiemi di cellule tridimensionali che riescono a riprodurre un organo. Questo può essere molto importante per creare nuovi medicinali. Adesso, scegliere il medicinale migliore per un paziente significa fare una serie di tentativi e vedere quello che succede. In futuro si potranno dare dieci pillole a dieci organoidi specifici del paziente e verificare quale di questi reagisce meglio alla terapia…”.

L’interesse di Guido Putignano per l’oggetto dei suoi studi è evidente, e la passione pure. Ma che cosa gli ha offerto, in particolare, l’esperienza con Amgen Scholars? “Per avere successo servono tre cose, knowledge, network e know how, e a Zurigo le ho trovate tutte. Ho conosciuto persone con cui rimarrò amico tutta la vita e, grazie alle conferenze, ho potuto ascoltare personalità del mondo accademico e di quello aziendale”. Credi che questi due mesi ti siano stati d’aiuto per costruire il tuo futuro? “Certo. Mi hanno fatto capire come raggiungere i miei obiettivi, che prima non mi erano così chiari, perché non ero mai stato in un laboratorio. Adesso so come funziona realmente la ricerca”. “In futuro – conclude Guido – vorrei entrare nel mondo farmaceutico. Ascoltare le testimonianze di chi lavora in questo settore è stato infine veramente utile per capire quale sarà la tecnologia su cui puntare nei prossimi anni”.

Parole importanti, che confermano ulteriormente l’utilità di un programma come Amgen Scholars, promosso e sostenuto dalla Fondazione Amgen per ispirare la prossima generazione di innovatori. Di cui Guido fa già ufficialmente parte, essendo stato appena nominato da Nova in collaborazione con l’Università Bocconi di Milano il più influente under 25 italiano del settore Healthcare e Scienze della vita oltre a essere stato appena premiato come “Eccellenza italiana” per le sue ricerche in biologia sintetica nella nona edizione del Premio che si è svolta in contemporanea a Roma e Washington DC.

 

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