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Promossa da Amgen ed Europa Donna Italia e con l’egida di F.I.R.M.O. Onlus, la campagna intende coinvolgere tutte le donne con tumore al seno e in terapia ormonale adiuvante.
Sul sito dedicato www.oraposso.it e sulla pagina Facebook di Europa Donna Italia, informazioni, approfondimenti, consigli degli esperti per aiutare le pazienti a prendere coscienza del problema della fragilità ossea e capire che si può prevenire e curare.
Con l’hashtag #oraposso la campagna diventerà virale sui social, invitando le donne alla condivisione e alla partecipazione.
Milano, 5 novembre 2019 – La forza delle donne che affrontano con coraggio il tumore al seno può e deve avere la meglio anche sulla fragilità ossea, uno degli effetti collaterali più frequenti delle terapie ormonali adiuvanti. È questo il messaggio che vuole trasmettere “Ora pOSSO, le donne con tumore al seno contro la fragilità ossea”, la campagna di sensibilizzazione che prende il via dal 5 novembre, rivolta a tutte le donne con tumore al seno e in terapia ormonale adiuvante.
Ora pOSSO è rappresentata da due pugni che si incontrano e si uniscono, un’immagine che evoca la forma dell’osso ma che allo stesso tempo simboleggia la forza con la quale le donne sanno affrontare i problemi che riguardano la loro salute, riaffermando il proprio diritto alla cura.
L’immagine accompagnerà anche la call to action della campagna virale che con l’hashtag #oraposso si svilupperà sui social, coinvolgendo migliaia di donne.
La campagna, promossa da Amgen ed Europa Donna Italia e con l’egida di F.I.R.M.O. Onlus, parte dalla constatazione che molte donne con questa patologia non sono sufficientemente informate sugli effetti collaterali della terapia ormonale adiuvante. Sono proprio questi effetti collaterali, per un terzo delle pazienti esaminate in una recente indagine condotta da SWG per Europa Donna Italia, la causa che le induce ad abbandonare la terapia.
Il tumore al seno è la neoplasia più frequente nella popolazione femminile. (1) Sono 53.000 le donne in Italia che ne sono colpite ogni anno (1) e più del 75% di loro deve seguire una terapia ormonale adiuvante, per il controllo delle recidive e la riduzione del rischio di metastasi. Questi trattamenti inducono una riduzione dei livelli di estrogeni con conseguente calo della quantità minerale ossea e alterazione della qualità ossea, esponendo le pazienti a un maggiore rischio di fratture da fragilità ossea.
“La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, indipendentemente da altre patologie, è in moderato e costante aumento da molti anni (81% dal 1990 al 1994, 85% dal 1995 al 1999, 87% dal 2000 al 2004) in relazione a diverse variabili, tra cui l’anticipazione diagnostica (screening) e il miglioramento delle terapie.
Ma ancora molte sono colpite da questa neoplasia e a tutte le età. Tra i 50 e i 69 anni una donna su diciotto si ammala, ma anche le donne giovani sotto i 50 anni sono colpite: una su quarantadue si trova a dover affrontare la malattia.” - sottolinea Daniele Santini (Professore ordinario di oncologia medica e responsabile UOS day hospital di oncologia Università Campus Bio-Medico, Roma) - “Il tumore al seno che esprime recettori estrogenici necessita di terapie ormonali adiuvanti che riducono il rischio che la malattia si ripresenti.
La deprivazione estrogenica inibisce la proliferazione delle cellule tumorali ma porta anche alla riduzione degli effetti benefici degli estrogeni, tra i quali la protezione dell’osso. Nelle donne in postmenopausa in terapia ormonale adiuvante - continua Santini -si registra una perdita annua del 3% dell’intera massa scheletrica, che sale fino al 7% nelle donne in premenopausa. L’oncologo ha l’obbligo diagnostico e terapeutico di proteggere le donne da questa complicanza: in primis, valutando la situazione all’inizio della terapia e monitorandola nel tempo e contemporaneamente prescrivendo una terapia che prevenga e riduca il rischio di fragilità ossea. Le donne già solo perché colpite da un tumore al seno, hanno un maggior rischio di fragilità ossea, che con la terapia ormonale adiuvante aumenta, peggiorando ulteriormente la situazione.”
Secondo le rilevazioni più recenti una paziente su quattro subisce una frattura da fragilità collegata alla terapia ormonale adiuvante. Questo tipo di fratture può verificarsi per traumi minori, come ad esempio cadere se si è in posizione eretta o sedute o può manifestarsi anche spontaneamente senza trauma. Prevenire e curare è quindi importante e possibile. (2)
Oggi le donne in trattamento ormonale adiuvante possono ricevere dal loro medico gli strumenti necessari per combattere con successo la fragilità ossea, grazie a soluzioni innovative ed efficaci in grado prevenire la fragilità ossea ed il conseguente rischio di frattura.
“Con la terapia ormonale adiuvante, la donna subisce una perdita sia di quantità minerale ossea, sia di qualità ossea a causa dell’abbassamento dei livelli di estrogeni.”- dichiara Maria Luisa Brandi (Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Firenze, Presidente F.I.R.M.O., Fondazione Italiana Ricerca sulle Malattie dell’Osso) - “Le donne in terapia ormonale adiuvante vanno inevitabilmente incontro a fragilità ossea ed è importante intervenire tempestivamente, perché possiamo prevenirla o curarla incrementando la densità e la resistenza alle fratture. Grazie a farmaci anti-riassorbitivi, a cui le donne con tumore al seno in terapia ormonale adiuvante hanno diritto rientrando automaticamente nella nota di rimborso, si è in grado di ridurre il rischio di fratture da fragilità ossea fino al 50%. Ecco perché F.I.R.M.O. Onlus sostiene la campagna “Ora pOSSO, le donne con tumore al seno contro la fragilità ossea”, e sarà con le donne, al loro fianco, per aiutarle a comprendere che la fragilità ossea si può evitare e curare.”
Il primo passo per affrontare la fragilità delle ossa è conoscere il problema, essere consapevoli delle sue cause e delle sue possibili conseguenze. È esattamente quanto intende fare “Ora pOSSO, le donne con tumore al seno contro la fragilità ossea”, che mette in campo una serie di strumenti per informare le donne e per incoraggiarle, con la stessa forza con cui combattono il tumore, a rivolgersi con fiducia al proprio medico per ricevere il supporto necessario.
“Europa Donna Italia è da sempre al fianco delle donne con tumore al seno per tutelare il loro diritto alla qualità della cura e all’informazione sulle terapie e sugli effetti collaterali che impattano sulla qualità della vita. È importante che i medici e tutti gli attori che ruotano intorno alla gestione del tumore al seno informino e trattino le pazienti anche in merito anche alla complicanza della fragilità ossea.” – sottolinea Rosanna D’Antona (Presidente di Europa Donna Italia) – “Ad oggi, il 62% delle donne in trattamento ormonale adiuvante riferisce di non aver ricevuto informazioni complete sugli effetti collaterali che, per un terzo delle pazienti, sono la causa dell’abbandono delle cure. (3) Le donne che a causa di un tumore al seno vedono già fortemente compromessa la loro vita personale, sociale e affettiva, devono essere informate di tutte le conseguenze della terapia ormonale adiuvante, compresa la fragilità ossea, e ricevere tutto il supporto per evitarle dove possibile.
Dal 5 novembre sul portale di Europa Donna Italia e sul sito dedicato www.oraposso.it raggiungeremo le pazienti attraverso la voce degli esperti e le testimonianze delle donne, per divulgare in modo incisivo il tema della fragilità ossea e creare un circolo virtuoso e un passaparola qualificato: la fragilità ossea si può evitare e curare.”
La campagna “Ora pOSSO, la forza delle donne contro la fragilità ossea” nasce dall’ascolto diretto delle pazienti, in particolare dalle molte che, in trattamento per un tumore al seno, condividono su vari gruppi Facebook le loro esperienze, esigenze e suggerimenti. Grazie ai vissuti, le opinioni e le idee delle pazienti dei gruppi Facebook “Cancro al seno insieme possiamo sconfiggerlo”, “Le Toste… rinascita dopo il cancro al seno”, “Tumore al seno”, “Tumore al seno…Wonder Women”, è stato possibile disegnare una campagna comprensiva delle reali esigenze di chi, già trovandosi a dover lottare contro un tumore, vuole proteggere la salute delle proprie ossa.
“La campagna “Ora pOSSO, le donne con tumore al seno contro la fragilità ossea” riflette l’impegno di Amgen a identificare i fattori predittivi di possibili patologie e i rischi per i pazienti così da poterli prevenir.” - dichiara Maria Luce Vegna (Direttore Medico Amgen Italia)- “ Con una consolidata esperienza in oncoematologia e nelle malattie osteoarticolari, conosciamo bene i rischi cui vanno incontro le donne con tumore al seno e in trattamento ormonale adiuvante: se da una parte queste terapie salvavita riducono il rischio di recidiva aumentando la sopravvivenza, dall’altra possono avere ricadute importanti sulla qualità di vita delle pazienti a causa di effetti collaterali come, per esempio, l’alterazione della qualità delle ossa.
È questo il punto di partenza di Ora pOSSO, compagna che parte dall’ascolto dei vissuti delle donne con tumore al seno, per sensibilizzare sull’importanza di conoscere e prevenire i rischi di fratture da fragilità salvaguardando così la qualità di vita.”
La campagna Ora pOSSO sarà attiva dal 5 novembre sulla pagina FB di Europa Donna Italia, dove verranno divulgati approfondimenti tematici grazie al contributo di esperti e pazienti e sul sito dedicato www.oraposso.it. Condividendo il gesto simbolico della campagna (due pugni che si incontrano e si uniscono) sui social con #oraposso sarà possibile affiancare le donne con tumore al seno che vivono il problema della fragilità ossea nella call to action.
Ufficio stampa:
AMGEN
Rossana Bruno
Amgen Corporate Affairs Sr Manager
Cell. +39 347 8703671
Bibliografia
1. Airtum. I numeri del cancro in Italia 2019.
2. Indagine ONDA – Elma Research. L’osteoporosi correlata alla terapia adiuvante ormonale con inibitori dell’aromatasi nelle donne. Marzo 2016
3. Ricerca SWG. La percezione della qualità della cura nelle pazienti con tumore al seno. Settembre 2019
4. IQVIA. Terapia adiuvante e fragilità ossea. Vissuti ed esperienze delle donne in terapia adiuvante. Settembre 2019