Nasce una collaborazione strategica tra Amgen e Neumora per lo sviluppo di terapie per le malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative|NW


Amgen e Neumora Therapeutics, azienda biofarmaceutica americana all’avanguardia nelle terapie di precisione per le malattie cerebrali, hanno annunciato l’avvio di una partnership strategica per la ricerca e sviluppo nell’ambito delle neuroscienze. La collaborazione si svilupperà in programmi che integreranno la piattaforma di precisione in neuroscienze di Neumora con i dati ottenuti da deCODE Genetics, società controllata da Amgen e punta a individuare, sfruttando le tecnologie e le competenze complementari di entrambe le società, percorsi di ricerca inediti sulle malattie neuropsichiatriche e neurodegenerative, come la schizofrenia e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Neumora ha inoltre ricevuto da Amgen un investimento azionario di 100 milioni di dollari e ha acquisito i diritti globali esclusivi per lo sviluppo di programmi di ricerca Amgen nel campo delle malattie neurodegenerative.

Neumora fa leva sulle proprie competenze e tecnologie multimodali per integrare la scienza avanzata dei dati computazionali nella fase di Ricerca & Sviluppo in modo da aumentare la probabilità di successo dello sviluppo di farmaci nell’area delle malattie cerebrali. In particolare, la piattaforma in neuroscienze di Neumora si concentra sulla creazione di Data Biopsy Signatures per analizzare i complessi sistemi che fanno progredire le malattie cerebrali e collegare le alterazioni con dati clinicamente significativi. Per parte sua, deCODE Genetics di Amgen è leader globale nell’analisi dei dati genetici umani volta alla scoperta e allo sviluppo di farmaci.

Come ha sottolineato David M. Reese, responsabile della R&S Amgen, “Sebbene attualmente Amgen non sia impegnata in programmi di ricerca nelle neuroscienze, questo accordo conferma il nostro impegno verso quest’area terapeutica, attraverso collaborazioni esterne, e siamo molto motivati a collaborare con Neumora per promuovere la R&S futura nelle malattie cerebrali e sviluppare nuovi promettenti farmaci.”


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