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Amgen e Direct Relief insieme per la lotta contro i tumori infantili in Tanzania

Il progetto sostiene un gruppo di oncologi pediatrici fornendo imballaggi speciali e le competenze nella catena del freddo necessarie per garantire farmaci ai bambini del paese africano.

La fiala destinata a un bambino malato in Tanzania, contenente un trattamento antitumorale da 500 dollari, è stata consegnata in quello che, in pratica, era un frigorifero da picnic ripieno di ghiaccio. Avrebbe potuto anche arrivare vuota: il clima subtropicale e umido aveva già preso il sopravvento. Per la dottoressa Trish Scanlan, il farmaco, che deve essere conservato a una temperatura compresa tra 2 e 8 gradi, era arrivato da Dar Es Salaam in un imballaggio inadeguato e non sicuro. Nel corso di ore di viaggio, il farmaco si era riscaldato ed era inutilizzabile. “Un disastro assoluto”, ha affermata Scanlan. “Questo significa dare un vantaggio al cancro in un bambino che aveva bisogno di quel trattamento subito”.

Per Scanlan, direttrice dell’organizzazione non profit Tumaini La Maisha, che da circa 15 anni cura i bambini malati di cancro in Tanzania, vedere quello spreco di farmaci era troppo. Bisognava fare qualcosa per risolvere il problema. Ha trovato aiuto in Direct Relief, un’organizzazione no-profit con sede in California, e in Amgen, che sono intervenuti insieme mettendo a disposizione del Muhimbili National Hospital e di Tumaini La Maisha una cella frigorifera del valore di oltre 18.000 dollari che conserverà i farmaci alle basse temperature necessarie per mantenerli utilizzabili. Direct Relief ha anche assicurato a Tumaini La Maisha 50 contenitori termici che possono essere riutilizzati per un massimo di cinque anni. Amgen, a sua volta, sta donando trattamenti oncologici per un valore di 5,6 milioni di dollari. Scanlan ha affermato che sarà tutto di grande aiuto, soprattutto perché in Tanzania i bambini con cancro che iniziano le cure sono in aumento.

Imballaggi High Tech

I contenitori termici hanno iniziato ad arrivare in Tanzania ad aprile. Mike Wooten, specialista della catena del freddo di Direct Relief, ha affermato che i box che trasporteranno i trattamenti contro il cancro sono il risultato di un mix tra tecnologia dei dati di fascia alta e la durabilità di ‘vecchia scuola’ che non dovrebbe comportare alcun problema per la spedizione notturna di farmaci. Ogni confezione, da circa 8 litri, è fornita di un rilevatore a batteria che tiene traccia dei dati della temperatura nel corso del trasferimento, in modo da assicurare che i farmaci non superino mai le temperature ottimali. Nello scenario meteorologico peggiore, gli imballaggi hanno una validità di circa 80 ore. Wooten ha riferito che hanno anche fatto molte analisi virtuali sullo stress a cui possono essere sottoposti i contenitori durante il trasporto, confermando che, utilizzati correttamente, dovrebbero durare a lungo. L’unità di celle frigorifere è simile a quelle che Direct Relief ha contribuito a installare in tutto il mondo, in paesi come Porto Rico, Giamaica e Repubblica Dominicana. Kelsey Grodzovsky, responsabile del programma per Direct Relief, ha affermato che la nuova cella frigorifera consentirà di curare più bambini perché renderà possibile anche l’acquisto all’ingrosso di farmaci senza temere rischi di deterioramento dovuto alle alte temperature. “Stiamo cercando di aiutare la distribuzione gratuita di questi farmaci a tutti i pazienti adottando i criteri di qualunque attività di business”, dice Grodzovsky. “Questo è ciò che fa Direct Relief.”

Il lavoro

Scanlan sostiene che, in Tanzania, ogni anno circa 4.000 bambini sviluppano il cancro, ma attualmente meno di un quarto di questi accede alle cure. La dottoressa ha piani ambiziosi per ampliare la rete dei siti che possono effettuare una diagnosi e fornire un trattamento per il cancro. Attualmente questi siti sono 8 e l’obiettivo è arrivare a 26, in modo che ogni bambino si trovi solo a poche ore da un centro in grado di identificare la malattia e curarla.

In Tanzania, il cancro più comune nei bambini è il linfoma di Burkitt, che è aggressivo e spesso porta a gonfiore della mascella, degli occhi o dell’addome e può anche attaccare il sistema nervoso. Se trattato rapidamente, in contesti di maggior benessere, il tasso di sopravvivenza è del 90% (dati dell’American Cancer Society), mentre in Tanzania è più vicino al 65%. Per Trish Scanlan l’arrivo delle forniture che mantengono la catena del freddo consentirà a più bambini di ricevere cure salvavita nonché di trascorrere meno tempo negli ospedali, che per molti possono essere difficili da raggiungere in alcune aree periferiche della Tanzania, un paese grande oltre tre volte l’Italia. “Possiamo inviare box di chemioterapia ogni settimana e occuparci dei bambini nelle aree più periferiche”, dichiara Scanlan. “Questo significa che i bambini devono trascorrere molto meno tempo della loro vita in ospedale, possono stare a casa con la famiglia, tra un trattamento e l’altro, non perdere la scuola e anche frequentare gli amici.” Ma questo è solo un primo passo. Essendo stata lei stessa vittima di un cancro, Scanlan conosce il dolore e la fatica della lotta. Non sarà soddisfatta fino a quando le migliaia di bambini tanzaniani, malati di tumore, non avranno accesso alle cure. Questo è quello che c’è da fare. Questa è la missione. Un bambino per volta.

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