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Si è svolto sabato 18 ottobre l’incontro “La vita che cura la vita. Biotecnologie, intelligenza artificiale, poesia”, promosso da Amgen Italia e inserito nel programma del festival KUM!, diretto da Massimo Recalcati.
Amgen è stata tra le prime aziende farmaceutiche a investire nella rivoluzione genomica, un approccio che, grazie alla comprensione delle diversità genetiche della specie umana, consente di sviluppare farmaci a bersaglio molecolare sempre più precisi ed efficaci. Oggi, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, questa visione compie un ulteriore passo avanti, rendendo possibile identificare mutazioni genetiche rare e progettare terapie altamente personalizzate.
“Ascoltare i corpi attraverso la genomica significa scoprire le anomalie genetiche alla base delle malattie e utilizzare la forza del corpo stesso come cura – ha dichiarato nel corso dell'evento Alessandra Brescianini, Direttore Medico di Amgen Italia –. L’intelligenza artificiale non disumanizza la medicina, ma valorizza la specificità di ogni individuo, permettendo di dedicare più tempo all’ascolto e all’empatia”.
Tra i relatori, Marcello Ienca, Professore di Etica dell’Intelligenza Artificiale e delle Neuroscienze presso la Technische Universität München, ha evidenziato come “l’intelligenza artificiale in medicina può davvero essere rivoluzionaria perché schiude il tempo della cura, il tempo cioè da dedicare all’ascolto, all’empatia, alla comprensione profonda dei pazienti, liberando il personale sanitario da compiti meccanici e amministrativi attraverso l’automazione di procedure burocratiche, triage ripetitivi o analisi di routine”.
“Oltre a migliorare la qualità della cura, l’IA può inoltre contribuire anche ad ampliare l’orizzonte della cura”. Ne è certo Vito Trianni, Dirigente di ricerca, Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), secondo cui “le diagnosi generate dall’IA, una volta integrate con quelle dell’esperto umano, portano ad analisi più accurate con minimizzazione dell’errore”.
A chiudere il confronto, il poeta Valerio Magrelli, che ha sottolineato il legame profondo tra scienza e creatività: “Come la poesia, anche la ricerca genomica si fonda sulla capacità di leggere e interpretare sequenze. Entrambe sono forme di costruzione e di conoscenza, modi di dare senso e valore alla vita”.
Con questa iniziativa, Amgen conferma il proprio impegno nel coniugare innovazione scientifica e attenzione umana, ponendo la persona al centro della ricerca biotecnologica: una visione in cui, davvero, la vita cura la vita.