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Chi scopre di dover affrontare una malattia vive fin dal momento della diagnosi un cambiamento profondo, pratico ed emotivo, nei rapporti con i medici curanti come nelle relazioni personali e affettive, nelle abitudini di ogni giorno come nei progetti di vita. È un mutamento radicale che apre nuove prospettive nel guardare il presente e il futuro.
Questa realtà, ancora poco esplorata nella sua complessità, è stata oggetto di un incontro promosso a Milano da Amgen Italia, organizzato nell’ambito della Mission Week, la settimana nella quale Amgen si impegna ogni anno in una riflessione sulla propria missione più autentica al servizio dei pazienti. Nel corso dell’evento si sono analizzati, con il contributo di alcuni esperti, aspetti cruciali di questa trasformazione vissuta dal paziente, come la relazione medico paziente, l’accettazione della malattia stessa, quella nei confronti della terapia, il rapporto con i caregiver e i propri familiari. Momenti raccontati anche grazie alla forza evocativa del cinema, che ha la capacità di raccontare con pochi frame le emozioni che accompagnano le tappe chiave dell’esistenza. Da qui il titolo dell’evento, Frames of Change, che si è tenuto non casualmente presso il Cinema Anteo.
La riflessione si è articolata grazie agli interventi di Alessandra Brescianini, Medical Director di Amgen Italia, Micaela Castiglioni, Direttrice del Master Medical Humanities e Medicina Narrativa presso Università degli Studi Milano-Bicocca, e Claudio Cuccia, già Direttore Dipartimento Cardiovascolare Fondazione Poliambulanza Brescia e scrittore. La chiave interpretativa si è basata proprio sulle Medical Humanities, disciplina che aiuta chi si occupa della cura a interagire con il paziente alle prese con una vera metamorfosi esistenziale. A questo scopo, la disciplina integra conoscenze umanistiche e sociali – come quelle in letteratura, filosofia, storia, arte, sociologia e cinema – con competenze mediche, all’interno di una visione capace di abbracciare i bisogni del paziente nel loro insieme.