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Pazienti ad alto rischio dopo l’infarto: quando rivedere il valore soglia di 70mg/ml di LDL-C in prevenzione secondaria

 

L’IMPIEGO DI EVOLOCUMAB NEI PAZIENTI CON IPERCOLESTEROLEMIA

NON CONTROLLATA EFFICACE E SICURO NEL TEMPO.

LA CONFERMA DALLO STUDIO OSLER-1*

*(Open-Label Study of Long-TERm Evaluation Against LDL-C)

Firenze, 2.03.2019. Il trattamento a lungo termine con evolocumab è stato associato a significative e consolidate riduzioni del colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C), senza alcun aumento dei tassi complessivi di eventi avversi nel tempo e senza riscontro di anticorpi neutralizzanti.

Le evidenze arrivano dallo studio OSLER-1che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di evolocumab in pazienti con ipercolesterolemia in terapia di base con statine, e in pazienti con intolleranza alle statine.1-6

I risultati rilevano una riduzione del 59% del LDL-C medio dal basale durante il primo anno di trattamento (n = 785). Le diminuzioni medie di LDL-C a 2, 3, 4 e 5 anni sono state rispettivamente: 56% (n = 1071), 57% (n = 1001), 56% (n = 943) e 56% (n = 803). La percentuale di pazienti con eventi avversi è rimasta stabile nei 5 anni ed il profilo di sicurezza di evolocumab si è mantenuto buono.

La disponibilità di una terapia con dati di efficacia e sicurezza come quelli rilevati con l’impiego di evolocumab, potrebbe dimostrarsi fondamentale per quei pazienti ad altissimo rischio per i quali può essere necessario rivedere al ribasso i livelli soglia del colesterolo LDL-C attualmente fissata a 70mg/dl. Un tema quest’ultimo affrontato durante i lavori del congresso Conoscere e Curare il Cuore in corso in questi giorni a Firenze.

Lo studio OSLER-1 conferma come l’elevata efficacia ipocolesterolemizzante su LDL-C di evolocumab rimanga la stessa per un periodo di osservazione di 5 anni (-56% vs basale) – afferma Alberto Zambon, professore Associato di Medicina Interna, Università di Padovaconservando un alto il profilo di sicurezza”.

La disponibilità di terapie nuove con un’incidenza significativa nell’abbattere i livelli di colesterolo cattivo, come gli inibitori di PCSK9i, rappresenta un’opzione fondamentale soprattutto per i pazienti ad altissimo rischio. Per questi pazienti mantenere i livelli di LDL-C di 70mg/dl, stabiliti delle attuali linee guide internazionali, potrebbe non essere sufficiente.

 

Le evidenze degli studi FOURIER, ODYSSEY OUTCOMES, IMPROVE-IT ci suggeriscono che per alcune tipologie di pazienti sarebbe opportuno abbattere i livelli di LDL oltre i 70 mg/dl. – Continua ZambonParliamo di pazienti diabetici coronaropatici, pazienti con arteriopatie periferiche (PAD), con infarti ricorrenti o con ipercolesterolemia familiare e una storia di malattie cardiovascolari precoci. Tali pazienti sono indicati dalle più recenti linee guida AACE (2017) come soggetti a rischio estremo. Sebbene il dibattito se passare da un concetto “the lower the better” a “lowest is best” sia tutt’ora in corso, rimane importante avere la possibilità di ricorrere a terapie, come quelle con gli inibitori PCSK9i, in grado di raggiungere traguardi importanti in termini di efficacia e sicurezza.”

 

Per ulteriori informazioni

Rossana Bruno
Amgen Corporate Affairs Sr Manager
+39 347 8703671
rbruno02@amgen.com


 

References

 

1. Koren, M.J., et al. Long-term Low-Density Lipoprotein Cholesterol-Lowering Efficacy, Persistence, and Safety of Evolocumab in Treatment of Hypercholesterolemia: Results Up to 4 Years From the Open-Label OSLER-1 Extension Study. JAMA Cardiol 2, 598-607 (2017).

2. Giugliano, R.P., et al. Efficacy, safety, and tolerability of a monoclonal antibody to proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 in combination with a statin in patients with hypercholesterolaemia (LAPLACE-TIMI 57): a randomised, placebo-controlled, dose-ranging, phase 2 study. Lancet 380, 2007-2017 (2012).

3. Hirayama, A., et al. Effects of evolocumab (AMG 145), a monoclonal antibody to PCSK9, in hypercholesterolemic, statin-treated Japanese patients at high cardiovascular risk--primary results from the phase 2 YUKAWA study. Circ J 78, 1073-1082 (2014).

4. Koren, M.J., et al. Efficacy, safety, and tolerability of a monoclonal antibody to proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 as monotherapy in patients with hypercholesterolaemia (MENDEL): a randomised, double-blind, placebo-controlled, phase 2 study. Lancet 380, 1995-2006 (2012).

5. Raal, F., et al. Low-density lipoprotein cholesterol-lowering effects of AMG 145, a monoclonal antibody to proprotein convertase subtilisin/kexin type 9 serine protease in patients with heterozygous familial hypercholesterolemia: the Reduction of LDL-C with PCSK9 Inhibition in Heterozygous Familial Hypercholesterolemia Disorder (RUTHERFORD) randomized trial. Circulation 126, 2408-2417 (2012).

6. Sullivan, D., et al. Effect of a monoclonal antibody to PCSK9 on low-density lipoprotein cholesterol levels in statin-intolerant patients: the GAUSS randomized trial. JAMA 308, 2497-2506 (2012).